La famosa statua in legno di pino cembro, altra due metri e mezzo, realizzata in un arco di tempo di sei anni fino al 1968 dall’artista Floriano Bodini (1933-2005): è il “Ritratto di Paolo VI”, opera che rende omaggio alla figura del pontefice canonizzato lo scorso 14 Ottobre 2018, il pontefice del dialogo con il mondo dell’Arte. L’opera esce per la prima volta dai Musei Vaticani – dove lo stesso Papa Paolo VI la volle – ed è al centro della mostra aperta fino al 31 marzo, pensata da Flavio Arensi, direttore artistico della Città di Legnano, e da Sara Bodini, figlia dello scultore, per gli spazi di Palazzo Leone da Perego a Legnano. Oltre al capolavoro, sono esposte ben quaranta opere fra bozzetti, incisioni e sculture di Floriano Bodini, oltre a 14 fotografie originali del grande fotografo Pepi Merisio che raccontano cariche di emozione l’esecuzione della statua dedicata a Papa Montini.
Si tratta di un percorso espositivo che omaggia due grandi personalità lombarde, legate dalla dedizione alla bellezza del fare artistico: Papa Paolo VI e Floriano Bodini, lo scultore che più di altri ha saputo rappresentare l’anima del Santo. E di Floriano Bodini per Papa Paolo VI ricordiamo anche per un istante il celebre monumento in marmo di Candoglia per il Duomo di Milano.
Senza dubbio “Ritratto di un papa” – oltre a tutte le implicazioni iconografiche riconducibili al magistero di Montini – segna un momento decisivo per la storia artistica del paese. Bodini è – insieme a Augusto Perez e Giuliano Vangi – uno degli ultimi scultori italiani impegnati a dialogare con la tradizione, senza aderire alle avanguardie del suo tempo. La data del 1968 – anno di conclusione dell’opera – in particolare, è carica di elementi simbolici, sia a livello sociale che artistico, perché attesta a livello internazionale il consolidamento delle nuove correnti artistiche provenienti dagli Stati Uniti, la Pop Art ma anche il Minimalismo e la performance, nonché l’Arte povera.
E riprendiamo le parole di Dino Buzzati, che testimoniano quell’enorme interesse di critica che l’opera “Ritratto di Paolo VI” suscitò all’epoca(dall’articolo intitolato “Singolare statua di Papa Paolo VI”, pubblicato sul Corriere della Sera, il 24 maggio 1968):
Nella impressionante, spiritata, somigliantissima, e in fondo crudele statua in legno di Paolo VI — la figura, con la mitria, alta due metri e mezzo, le spalle mingherline, però il manto solenne e fatale con in mezzo al petto, sporgente, una massiccia fibula tonda di sapore barbarico, le gigantesche scarne bellissime mani che danno il volo alla colomba 一 statua a cui giustamente Ettore Gian Ferrari ha dedicato nella sua galleria in via Gesù 19 una intera mostra perché ne vale la pena, Floriano Bodini, di 35 anni, ha ottenuto una cosa straordinaria, dal punto di vista tecnico e artistico, cosa impossibile in pittura, estremamente difficile in tre dimensioni, mai da me vista realizzata con tanta evidenza: è riuscito cioè a dare contemporaneamente allo stesso volto diverse e opposte espressioni, tutte psicologicamente plausibili e tipiche del personaggio.
Fate una prova: mettetevi alla destra della statua, un po’ indietro, così da vedere la guancia destra di striscio. Paolo VI ha un sorriso buono, confidente e sereno. Ma ora girategli lentamente intorno, alla massima distanza che consente il locale, in senso contrario alle lancette dell’orologio.
All’improvviso il sorriso si raffredda, come se il Papa avesse intravisto qualche cosa di nuovo e inquietante, le sembianze non esprimono più soave letizia, bensì un mal dissimulato imbarazzo, che fa quasi tenerezza, come i bambini di fronte alle cose più grandi di loro ……..
L’esposizione “Paolo VI – Ritratto di un Papa”, ha luogo fino al 31 marzo 2019 a Legnano (MI)
(Servizio a cura di Michela Beatrice Ferri; un sentito ringraziamento a Sara Bodini e al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio per il comunicato stampa, per le citazioni, e per le immagini).