Guardare l’architettura e l’arte seguendola passo passo, in tutte le sue molteplici sfaccettature. Lo si può fare grazie al “Vademecum del turista dell’arte. Prontuario illustrato dei termini architettonici e artistici”, di Marco G. Surra (ed. Progedim, 2011, 1104 pagine, 3000 lemmi, 1500 illustrazioni, 28,50 euro).
Sapete che cos’è un khatchar? Chi scrive non aveva mai sentito questo nome, pur seguendo l’architettura da molti anni. Il problema è che gli elementi architettonici e i loro corredi artistici sono un’infinità. Variano col variare dei luoghi, delle usanze, dei climi e delle tradizioni. Per cui se da un lato si riscontra che nell’architettura così come nell’arte, il fatto di poter avvicinarsi a oggetti e forme per via diretta, senza la mediazione di una specifica lingua, in certa misura rende comprensibili a chiunque tali oggetti e tali forme, in realtà dall’altra parte la conoscenza richiede di andare oltre la prima impressione. Questa può essere ingannevole o quanto meno superficiale: di un giglio che si nota sui decori diffusi nella città di Firenze si può certo apprezzare la forma, le eleganti movenze, le pregevoli coloriture, ma se si conosce la storia di quel simbolo e il suo particolare legame con la città, meglio se ne comprende il senso.
E il senso e la funzione, nonché la storia dei luoghi architettonici, degli elementi che li compongono e che li ornano, è inscritta anche nei nomi che li indicano: l’etimologia spesso ne narra le origini e ne registra le variazioni nel tempo.
Per questo è importante conoscere i nomi delle cose: del resto tutto quanto esiste nell’universo umano ha un nome, proprio perché attraverso quel nome possiamo impossessarcene nella consapevolezza, ovvero nella conoscenza e nella capacità di usarne al meglio.
Così, nell’osservare un’opera, possiamo immaginare i modi in cui è stata confezionata e le ragioni per le quali è stata concepita. Ma se ne conosciamo il nome possiamo meglio appronfondirne la storia, comprendendo la realtà che conforma e raffigura.
Per questo Marco G. Surra, ingegnere torinese, ha deciso di comporre il “Vademecum del turista d’arte”: dove non solo i termini sono spiegati, ma sono anche illustrati con disegni che consentono di apprezzarne la forma.
Si parla di termini relativamente banali, quali “tavella” (il laterizio parallelepipedo forato e schiacciato usato generalmente per i solai), e di termini “dotti” quali “apotropaico” (quelle ornamentazioni uste soprattutto in epoca medievale in particolare sui portali per allontanare gli influssi maligni dai luoghi di culto).
E tutti sanno che cos’è un capitello, ma di capitelli – oltre a quelli appartenenti alle tre tipologie fondamentali greche – ve n’è una varietà molto ampia. E dentro i capitelli e a loro corredo c’è tutta la grande famiglia di elementi che li compongono (abaco, echino, anuli, collarino, ecc.).
Altro è vedere, altro osservare, altro interpretare: sono tutte azioni che appartengono allo stesso campo conoscitivo, ma comportano gradi di approfondimento e capacità di comprensione di valore crescente.
Dare i nomi alle cose vuol dire anche rendersi conto della loro esistenza.
La ricerca compiuta da Marco Surra è durata anni e consente di avvicinare l’arte e l’architettura con un supporto conoscitivo importante quanto il vocabolario che ci accompagna quando andiamo a visitare un Paese la cui lingua conosciamo poco: senza tale vocabolario saremmo persi… E invece con quello alla mano possiamo pian piano esplorare mondi prima ignoti.
Khatchkar è un monumento monolitico medievale tipico dell’Armenia, consistente in una lastra di pietra di grandi dimensioni orientata a ovest, collocata su un basamento con la raffigurazione di una croce: lo dice il termine stesso. Infatti in lingua armena khatch vuol dire “croce” e kar vuol dire “pietra”. Si tratta di un elemento tipico di quella regione del mondo: già sapere che c’è dice qualcosa di quella cultura.
Il vademecum non solo accompagna chi desidera visitare luoghi ignoti, ma consente anche di darvi un’occhiata previa, per programmare al meglio il viaggio…
(LS)