Si sente la necessità di un nuovo respiro quando si entra nella chiesa di San Nicolao della Flue, nel quartiere Forlanini a Milano. L’architettura non sembra tra le più felici realizzazioni di Ignazio Gardella: i due profili ad andamento iperbolico che innalzano la parte mediana del volume concluso da una volta ribassata, né all’esterno comunicano slancio vertiale, né all’interno danno un senso di ampiezza o elevazione. La leggerezza che potrebbe altrimenti associarsi alla figura del padiglione o della tenda, viene negata dalla grevità ottenuta a conseguenza dell’operazione compositiva attivata dall’architetto, che è diametralmente opposta a quella del disegno della cupola: se questa morbidamente sale verso il cielo e accoglie chi entra in uno spazio che si dilata in un abbraccio, la copertura di questa chiesa milanese, complice il sistema di pesanti costolature e il colorito scuro delle superfici interne, tende a comunicare un senso di oppresione in chi entra mentre all’esterno le svasature laterali evidenziano piuttosto la spinta gravitazionale che la tendenza all’elevarsi.
In tali circostanze, l’introduzione di elementi artistici che parlano di levità e di luminosità è quanto di più auspicabile: ben venga dunque l’esposizione del dipinto Preghiera di Nadia Nespoli, che qui presentiamo con una nota redatta da Margherita Zanoletti. Ancora una volta si dimostra come l’opera artistica offre un contributo sostanziale per lo spazio dedicato al culto. (L. Servadio)
Nadia Nespoli, Preghiera (2017) tecnica mista su tela, 90 x 80 cm
Nella chiesa parrocchiale di San Nicolao della Flue, Milano, dall’1 al 31 maggio 2021
Preghiera è un dipinto legato al culto di Maria, madre di Gesù. In questo lavoro, il legame tra donna e mistica è ripreso nella contemporaneità della forma. Colori leggeri e sfumati, striature cromatiche e materiche danno movimento e fluidità a qualcosa che di per sé sarebbe immobile e resistente. L’azzurro e il bianco richiamano l’iconografia tradizionale legata al culto mariano, sublimata nella cancellazione delle figure. Il dipinto è stato realizzato con un lavoro lungo e meticoloso, legato alla concentrazione e alla preghiera, alla riflessione e alla meditazione. Il fondo è realizzato a gocciolature di acrilico, usate poi in modo orizzontale, mentre il lavoro “figurativo” visibile in superficie è a pastelli a olio tirati con la trementina.
In Preghiera, Nadia Nespoli cerca di creare relazione tra la devozione popolare e l’immagine, e lo fa pensando a uno spazio sacro come la Chiesa parrocchiale di San Nicolao della Flue, a chi in questo spazio cerca un sostegno nella preghiera e anche a coloro che non frequentano la chiesa, ma che nutrono un sentimento religioso e sentono il bisogno di entrarci.
Come scrive Tomáš Špidlík in Teologia dell’iconografia mariana, “è il popolo in preghiera che santifica le immagini, che le rende ‘miracolose’. Pregare è necessario per il pittore che dipinge l’immagine, pregare è anche richiesto dai fedeli davanti all’icona, pregare infine è indispensabile per tutta la Chiesa. La forza di questa preghiera fa sì che la tavola di legno dipinto [divenga], come scrive L. Kireevski, un ‘organo vivo’, un ‘luogo d’incontro’ fra Dio e gli uomini. La forza ‘miracolosa’ delle immagini sacre dipende dall’intensità di questi incontri”.
Nadia Nespoli nasce a Milano, dove vive e lavora. Frequenta la Civica Scuola di Pittura di Milano e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha all’attivo numerose mostre e installazioni, tra cui le più recenti Azzurro Contemporaneo, realizzata in collaborazione con la Diocesi di Milano (2019) e Immaginario_20, ospitata dal Parco Nord Milano (2020). Nel 2019-2020 è finalista del Premio Paolo VI per l’arte contemporanea. In parallelo alla ricerca artistica personale, Nadia idea e conduce corsi di pittura e laboratori creativi. Nel 2012 fonda il Laboratorio Artemisia presso la Casa di reclusione di Milano – Bollate, curando esposizioni collettive. Tutta la sua opera è imperniata tra segno pittorico e cancellazione dell’immagine. Il motivo conduttore è infatti frammentare, coprire, cancellare l’immagine per ricomporla completamente diversa.
San Nicolao della Flue (1965-1969) La chiesa fa parte di un piano di 123 chiese parrocchiali voluto dal card. Giovan Battista Montini a ricordo del Concilio Vaticano II. Elemento fondamentale del progetto architettonico di Ignazio Gardella (1905-1999), dalla forma inconsueta, è la copertura a vela, che caratterizza tanto gli interni quanto gli esterni. La chiesa conserva opere di Vincenzo Gasperetti, Pino Grioni, Costantino Ruggeri e Lello Scorzelli. Gardella fu ingegnere architetto di fama internazionale, e a lui si deve il progetto di molti edifici a Milano e dintorni, tra cui il Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) di Via Palestro.
Scheda dell’opera a cura di Margherita Zanoletti