Le opere, di Alberto Gianfreda, si presentano come un insieme coordinato. Altare e ambone sono frutto di un’unica intenzione, di una singola mano, di un’identica capacità di parlare la lingua dell’oggi in un contesto storico.

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L’ambone in posizione avanzata nell’assemblea; l’altare inquadrato dal varco tra le balaustre lasciate intatte sul presbiterio.

L’ambone è come un podio sul cui schermo sembra poggiato un vello bianco. Ricorda quello dell’agnello, ha le tessere marmoree che potrebbero essere espansioni dei pixel di cui si compongono le immagini digitali. La figura di scarna geometricità del podio cui si unisce il volume dalla morbida e rilassata movenza, interpreta con sensibilità coerente con l’epoca contemporanea le dinamiche dalle volute dilatate in luminose anse lasciateci dal Barocco. Che nella veneziana chiesa di San Nicola sono ben visibili nei profili che inquadrano lateralmente lo spazio dell’altare storico, sormontato dalla trionfante presenza del monumentale tabernacolo.

L'altare sullo sfondo delal grande macchina scenica barocca.
L’altare sullo sfondo della grande macchina scenica barocca.

Il nuovo ambone dialoga con efficacia col nuovo altare, posto in posizione avanzata, consono al rito postconciliare: sia nel disegno del paliotto, sia nella consistenza materica.

Il nuovo ambone.
Il nuovo ambone.

Un cospicuo intervento che con discrezione rivolge espressioni attuali a un’assemblea che si raccoglie entro uno spazio storicamente connotato, senza interromperne la nitidezza e senza contrapporvisi con pretese di superamenti storici implausibili.

(L.S.)

L’intervento liturgico-artistico è stato presentato Domenica 29 maggio nella Chiesa di San Nicola da Tolentino, Campo dei Tolentini, Venezia (ore 11,00: Eucaristia con benedizione dell’altare e dell’ambone ore 11,50: Inaugurazione dell’opera alla presenza dell’autore)

 

Opere di Alberto Gianfreda

a cura di don Gilberto Sabbadin e don Marco Scarpa

consulenza architettonica: arch. Giovanna Ferrari

consulenza liturgica arch. Francesca Leto

consulenza storico-artistica prof. Andrea B. Del Guercio

approvazione e consulenza Diocesana arch. Gianmatteo Caputo, Delegato dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali Ecclesiastici.

Di fronte alla ‘macchina scenica’ del maestoso altare tridentino policromo, si colloca il nuovo altare rispondente alle indicazioni conciliari: “rendere possibile la celebrazione rivolti al popolo” e “consentire di girarvi intorno e di compiere agevolmente tutti i gesti liturgici ad esso inerenti” (CEI, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, 1996, n. 17) e fuori dal presbiterio, in prossimità dell’assemblea è posizionato l’ambone, entrambi opera di Alberto Gianfreda.

L’altare è caratterizzato da una superficie lievemente opalescente sulla quale si condensano piccole schegge di Okite colorata, azzurra e grigia. Le sue singole facce si presentano quali schermi irradianti capaci di proiettare bagliori di luce partecipativa verso l?assemblea. I frammenti di colore si intensificano verso la parte alta dell?altare sollevando concretamente il piano superiore dal restante volume, marcando così la differenza tra ara e mensa.

L’ambone, ponendosi quale superamento del sepolcro vuoto da cui il Cristo è risorto, si propone quale rigorosa pagina frontale su cui si poggia il tessuto realizzato anch’esso in Okite, contrassegnato da una trama flessibile, morbida e modificabile, suggerendo l’idea di una tenda che svela, di un?ala d?angelo che annuncia, della parola che si estende verso chi ascolta.” L’ambone è dunque metafora di quel luogo: presenza della tomba vuota e dell’annuncio pasquale al mondo. “(liturgista Francesca Leto)

I due poli liturgici, altare e ambone, oltre a rispondere alla funzione per cui sono progettati, si inseriscono per forme, materiali, e riferimenti nel panorama complesso dei linguaggi della scultura contemporanea misurandosi sul rapporto tra ciò che è permanente e statico, (natura della scultura e dei suoi materiali) e la transitorietà delle cose che viviamo attraverso un processo tra frammentazione e ricostruzione della materia e della forma. Per entrambi spicca la presenza inedita e originale delle lastre di Okite, di un nuovo materiale di sintesi tra quarzo, resina poliestere e pigmenti naturali, in grado di apportare quegli evidenti elementi di luce e soprattutto di colore, che reinterpretano e rilanciano nella Chiesa dei Tolentini i valori della pittura veneziana.

Rispettando il valore monumentale della pietra, i dati di centralità e di attrazione nello spazio, la specifica lavorazione delle lastre di Okite, la loro mirata frammentazione policroma, altare e ambone appaiono in grado di affermare il valore dell’habitat familiare proprio del sistema sociale contemporaneo, di contrassegnare la memoria della cultura domestica riconfermando i valori e le funzioni della liturgia cristiana.

Alberto Gianfreda nasce nel 1981. Nel 2003 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si specializza nel 2005 in Arti e Antropologia del Sacro e dove, attualmente, è docente di Tecniche della scultura.

Dal 2002 partecipa a numerose collettive tra le quali la Biennale di Scultura della Regione Piemonte, Realpresence 8 al Castello di Rivoli; vince il premio internazionale Canova e il premio Open 13 che lo porterà ad esporre alle Nappe dell’arsenale di Venezia nel contesto di ArteLaguna e alla Biennale giovani di Monza. Tra le personali dell’ultimo anno Open Source/ mobilità, moltiplicazione, inserimenti presso lo Studio Museo Francesco Messina a Milano e Sculpture_D tour a Lugano da Perlartecontempornaea. Nel 2014 Earthquake presso il Museo Canova di Possagno e la sede milanese di Banca Sistema. Da segnalare inoltre Scultura, paesaggio e architettura allo spazio Heart di Vimercate nel 2012 e Frequenze presso la Leo Galleries di Monza nel 2010.

Francesca Leto nasce nel 1967. Nel 1994 si laurea in Architettura allo IUAV, nel 2012 consegue la Licenza in S. Teologia con specializzazione liturgico-pastorale, presso l’Istituto di Liturgia Pastorale S. Giustina, Padova (incorporato alla Facoltà di S. Teologia del Pontificio Ateneo S. Anselmo, Roma).

Un suo progetto ha vinto la VI edizione Concorso Progetti pilota CEI (2011-12 Parrocchia di S. Ignazio da Laconi, Olbia). http://www.francescaleto.it/

La produzione e l’istallazione delle opere si inseriscono nel Progetto A.R.T., Advanced Refrigeration Technology. Nutrimento e conservazione dell?arte.

A cura dell’Ufficio di Pastorale della Cultura e dell?Università del Patriarcato di Venezia, in collaborazione con la Cattedra di Storia dell’Arte Sacra e Contemporanea prof. A. B. Del Guercio dell?Accademia di Brera Milano e la Commissione Beni Culturali della Diocesi di Milano.

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