Paolo Portoghesi, nella sua lunga e variegata carriera di progettista, studioso, saggista, storico, docente, tra l’altro ha diretto la Biennale di Architettura di Venezia dal 1983. E nel concludere il suo mandato ha organizzato tra la fine del 1992 e l’inizio del 1993 un’esposizione dedicata a Lo Spazio Sacro nelle tre religioni monoteiste: le religioni del Libro. Successivamente, nel 1998 Portoghesi ha compiuto un concreto progetto di spazio per l’incontro interreligioso. Lo presentiamo qui con uno scritto dello stesso autore.
Palermo, tempio dedicato alle tre religioni monoteiste
di Paolo Portoghesi
Per comprendere correttamente tutte le implicazioni della nozione di sacro, e quindi anche quelle che riguardano l’architettura e la città, è opportuno riflettere sul fatto che questa nozione si incardina sulle categorie dello spazio e del tempo e tende a identificare qualitativamente parti dello spazio e del tempo sulla base di un riconoscimento collettivo che quindi lega tra loro i membri di una determinata comunità.
Il significato primo della parola religio è infatti quello di legare insieme gruppi di uomini in funzione del loro riconoscimento nella comune individuazione del sacro e del profano. Se lo spazio sacro è identificazione collettiva di una rete infinita di punti, e quindi pluricentralità e possibilità di orientamento, il tempo sacro è ripetibilità e reversibilità. Spazio sacro e tempo sacro si unificano nel tempio, dove si compiono i riti che evocano l’eterno presente. Il tempio (che originariamente non è un edificio, ma un recinto) è il segno supremo della ripetizione e della pluricentralità, che nello stesso tempo fonda e sconvolge la geometria dell’organismo urbano.
È possibile uno spazio sacro in cui si riconoscono le tre religioni monoteiste? Uno spazio in cui i diversi riti si sovrappongano o si alternino non sembra opportuno.
Un ecumenismo assoluto non sembra più, nella nuova sensibilità religiosa del nostro tempo, un obiettivo concreto. La differenza costituisce, per certi aspetti, un valore da rispettare. Uno spazio per le tre religioni del Libro può assumere oggi solo un valore simbolico, come luogo di preghiere comuni o di separate celebrazioni liturgiche. Il Dio di Abramo riconosciuto dalle tre tradizioni espressione architettonica in una centralità assoluta alla quale si aggiungono tre diverse radialità, una delle quali, ovviamente, indica la direzione della Mecca.
Ho tentato in più occasioni di materializzare questa centralità pluridirezionale in un padiglione simbolico con tre facce diverse e convergenti.
Alle tre aperture si alternano muri stellari che sostengono, come cupola, un grande solido matematico: la superficie romana di Jakob Steiner, una delle forme matematiche più avvincenti per la sua regolarità.
Paolo Portoghesi
Collaboratori: L. Cimarra, F. Fontes, O. Greco, C. Lomagno, G. Pellegrini