Nel segno della povertà: si tratta di una chiesa mennonita (corrente derivata dagli anabattisti) ubicata nella cosiddetta “cintura della bibbia” olandese, a Elspeet.
L’edificio ben rappresenta la scelta per la semplicità originaria e la vicinanza alla natura.
Un tetto a capanna, listelli che nel timpano si sommano con intervalli che lasciano filtrare la luce. Ampie vetrate che guardano verso il bosco. Un’architettura, curata dallo studio di progettazione olandese FARO, ridotta più che al minimo, all’essenziale. Come si spiega nel testo (che presentiamo qui di seguito) con cui lo Studio FARO presenta la propria opera: si tratta di un “edificio sostenibile… nascosto… sobrio“, volto a esprimere lo “stare assieme“.
Descrizione presentata dallo studio di progettazione FARO:
The architects designed this church according to the traditional Mennonite principles: a sustainable building, with the user in mind and a space for gathering and meeting. The first Mennonite churches were hidden and inconspicuous; simple places of congregation around the bible. The interiors were sober and as pure as possible. No distraction or ornaments in order to enhance concentration and togetherness. This new church on Mennorode refers to that time.
The building has one large characteristic space where whitewood rafters set the tone. A widening in the middle of the building gives this barn-like church a contemporary look. A narrow entrance opens up into a wide gathering space with a glass facade. A knack in the roof and the wall models this transition. An outdoor church has been added and allows open air gatherings when the weather is good.
The church is used for gatherings and other church functions. Hospitality is an important theme in this project since the church will be open all day and everybody is welcome to walk in and visit. A special corner has been created for reflection, quietness and meditation.
The building is made of 100% wood. The interior has been finished with floor boards that were recycled form an old convent. The exterior roof and walls are covered in shingles made of French acacia, harvested from sustainable production woods. The front facade has native oak wood and the walls and roof have been insulated with flax. The building is heated through thermal storage.
Progetto: FARO Architecten (Olanda)
Luogo: Elspeet (Olanda); Responsabili del progetto: Hugo de Clercq e Arjanne van Berkum, insieme con Philip Sanders; Paesaggio: FARO Architecten bv BNA; Interior design: Van Dijk, Zutphen; Costruzione: Bouwbedrijf van Ouwendorp (Elspeet); anno di progettazione: 2011; foto di Hans Peter Föllmi
FARO Architecten
Annotando quanto segue propongo l’opportunità di confrontarsi con l’architettura ideata/abbozzata Interpretando la vicenda miracolosa che corrisponde alla mia occasione di vita, riconosciuta tale affrontando il tanto IMPEGNATIVO quanto SODDISFACENTE Percorso Riabilitativo che corrisponde al mio vivere a partire dal 16 giugno 2004 (data del risveglio miracoloso dalla degenza comatosa potenzialmente irreversibile dovuta al TRAUMA sofferto sull’asfalto 53 gg prima)
Pur dopo aver pianto la vita tanto da desiderare l’opportunità di non essere ho ricavato l’opportunità di riconoscere indubitabilmente la ragionevolezza massima legata al vivere, distinta assolutamente corrispondente a quella sempre proposta dalla fede cattolica: vicenda di vita interpretata nel presente fisico (il cosiddetto hic et nunc) non fine a se stessa ma corrispondente alla gestazione del vivere ultraterreno imperituro, all’opportunitá di impreziosire la vita eterna post-mortem, l’eternità ultraterrena che verrà interpretata da ognuno di noi per sempre dopo aver chiuso gli occhi, vita che sarà VITA VERA alla fine dei tempi.
Dopo aver pianto la vita ai massimi livelli, affrontando il percorso riabilitativo professionale, ho ricavato l’opportunità di ideare/abbozzare un’architettura assolutamente pronta a veicolare la mia testimonianza ora e sempre, la “ChiesAuovo” (cfr. Facebook), architettura che propone forme deducibilmente riconducibili a quelle di metà volume ovoidale coricato al suolo, pronta a significare la Verità raccolta secondo la quale la vicenda di vita interpretata in condizioni fisiche corrisponde alla gestazione di vita ulteriore, LA VITA ETERNA POST-MORTEM.
Immagino la stessa sorretta/plasmata da una struttura in legno lamellare costituita da una coppia di montanti a profilo emiovoidale che sostengono traversi arcuati ai quali si appoggiano isolamento e manto di copertura.
La porzione anteriore, dedicata al pulpito (da lì viene la Luce) è stata immaginata in vetro strutturale, come le stazioni della funicolare di Innsbruck (Zaha Hadid), il rivestimento di copertura magari forgiato dalla sovrapposizione di fogli di Rhein-Zinck (come in noto Guggenheim Museum eretto a Bilbao)
Inviando il presente messaggio chiedo possiate confrontarvi con la pagina Facebook relativa alla “ChiesAuovo” ed invitarmi per discutere ed evolvere la definizione progettuale dell’architettura che ha preso forma desiderando urlare “GRAZIE” rivolto al Padre Massimo e stimolare la vita cosciente dei fratelli tutti, presenti e futuri.
Inviando il presente messaggio chiedo a Dio che possiate accogliere la mia volontà di esprimere la gratitudine, assecondando la volontà di evolvere la definizione progettuale caratteristica.
Arch. Levorin Sergio, giovane uomo (C.F.: LVRSRG78P15C665N) caratterizzato da un’esperienza di vita miracolosa residente a Chivasso (TO), in via Talentino 26D, fratello del Rinnovamento che si incontra nella città di residenza.
P.S.: gradirei che la progettualità indicata potesse essere attribuita al Rinnovamento, gruppo legato alla fede grazie al quale ho ricavato l’opportunità di riconoscere la Verità e quindi l’occasione di interpretare coscientemente la mia occasione di vita.
P.S.: comunico la disponibilità a collaborare alla definizione progettuale dell’architettura indicata da parte di Bodá, studio di architettura originatosi appena post-lauream grazie alla collaborazione miei compagni di studi unitersitari