Nella Liturgia l’unione della comunità con Dio avviene attraverso una concatenazione di riti e di segni che sono resi possibili e partecipabili mediante la sensorialità con cui l’essere umano fa esperienza del mondo e delle relazioni.
L’importanza di focalizzare il ruolo dei sensi nell’esperienza liturgica risulta fondamentale vista la velocizzazione delle azioni e la virtualizzazione delle relazioni che connota il contemporaneo; la proposta liturgica, infatti, può e deve riscoprire e proporre in tutta la sua bellezza quello spazio di esperienza che, pur essendo pienamente inserito nel tempo, permette di entrare nella dimensione dell’Eterno. Nella Liturgia terrena si partecipa alla Liturgia celeste, pregustando la bellezza della patria verso cui cammina il popolo cristiano; questo significa che tutta la sensorialità deve essere coinvolta in un’esperienza di incanto mediante il concertato coinvolgimento degli elementi costitutivi della spazialità e della ritualità.
Non è, infatti, nella rincorsa dei linguaggi della contemporaneità che la Liturgia può esprimersi in pienezza, ma, invece, nell’indirizzare l’odierno verso quell’espressione di stupore davanti alla bellezza senza tempo dell’eternità. Tatto, gusto, vista, udito e odorato sono direttamente stimolati dall’azione liturgica e attraverso le esperienze sensoriali è possibile vivere la partecipazione comunitaria e percepire la nostalgia della Patria Eterna.