Si è aperta domenica 17 luglio la settimana liturgico-pastorale organizzata dal Monastero di Camaldoli in collaborazione con l’Istituto di Liturgia Pastorale S. Giustina di Padova. La Settimana Liturgica, che nel 2016 ha titolo “Diventare cristiani”, si propone di studiare quali siano le caratteristiche dell’iniziazione cristiana nella storia e nelle altre esperienze ecclesiali. Fra i relatori invitati, l’arch. Paolo Bedogni che propone l’intervento intitolato “Architettura plurisecolare: percepirsi come assemblea nello spazio liturgico”.

L’intervento mette al centro il tema della progettazione degli spazi liturgici in relazione alle considerazioni nate dal rinnovamento della liturgia cattolica avviato dal Concilio Vaticano II. Un tema tanto delicato quanto complesso perché le riforme apportate nella liturgia sono una delle eredità del Concilio Vaticano II più evidenti soprattutto per i fedeli: con la riforma postconciliare l’assemblea celebrante acquisisce infatti una particolare importanza teologica che incoraggia una partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia stessa.

E allora, come favorire questa partecipazione attiva? Come trasformare uno spazio generico in un luogo per la liturgia che possa far maturare la consapevolezza dell’assemblea celebrante? Un compito da affidare al “magistero degli architetti” ma da affrontare, elaborare e disegnare a quattro mani assieme ai liturgisti. Una risposta coerente può nascere infatti solo attraverso un dialogo profondo tra coloro che hanno il ruolo di progettare lo spazio per lo svolgimento del rito, gli architetti appunto, e tra coloro che hanno il compito di studiare ed elaborare la liturgia ecclesiastica attraverso gli oggetti e i simboli legati ad essi, i liturgisti.

Il ruolo dell’architetto ritorna con forza per sottolineare la bellezza di ciò che appare in superficie nella sua matericità ovvero ciò che appare, ciò che si vede: in architettura come nella liturgia è importante l’apparenza che esprime profondità.

Gli elementi semplici che caratterizzano lo spazio architettonico – colori, forme, luci, toni che rimandano ad altrettanti silenzi, suoni, voci, relazioni – costituiscono una risorsa mistagogica formidabile per la liturgia. Percepirsi come assemblea significa passare attraverso questo scambio sensoriale del vedere, del toccare, dell’udire, dell’odorare e del gustare azioni che identificano le diverse liturgie” sostiene l’Arch.Bedogni e prosegue: “Ecco l’opera dell’architetto che riscopre lo spirito del luogo storicizzato riportando luce e colore sulle superfici, riscoprendo elementi dimenticati ricontestualizzandoli e riproponendoli in una sublime composizione dell’arte. Come le parole poetiche ci interpellano, ci trasformano in essere, così il senso dello spazio liturgico punta a stimolare una centralità interiore dell’uomo accompagnandolo alla contemplazione

Una particolare attenzione alla progettazione degli spazi dedicati all’assemblea celebrante caratterizza da sempre l’approccio progettuale dell’Arch.Bedogni in tutti i lavori architettonici affrontati finora. Le opere più significative di restauro e adeguamento liturgico sono realizzate ad Assisi (Tempio di Santa Maria Sopra Minerva), Todi (Spineta di San Francesco), Terni (Speco di San Francesco di Narni) e Lanciano (Santuario del Miracolo Eucaristico), interpretando creativamente le indicazioni dei liturgisti Silvano Maggiani O.S.M. e Enrico Mazza. Assieme al liturgista Matteo Ferrari sono stati condotti i lavori più recenti: l’Eremo seicentesco di Monte Giove (Fano), il Monastero delle Clarisse di Sant’Agata Feltria (Rimini), la Casa Chiesa di Trambileno (Rovereto). Si segnalano poi i lavori di restauro in corso relativi al Santuario di S. Maria del Pozzo a Capurso (Bari); gli studi preliminari relativi all’ideazione della nuova Chiesa adiacente al Santuario del Beato Giacomo a Bitetto (Bari); gli studi di progetto dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di S. Donato (Arezzo) e dell’Eremo di Camaldoli (Arezzo); la realizzazione dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di Prato, in collaborazione con l’artista americano Robert Morris. Nel 2012 con il liturgista Guido Pasini, sono stati portati a termine i lavori per la Cappella delle Missionarie Saveriane (Parma).

Duomo Parma, Pentecoste 2015. Don Guido Pasini
Duomo Parma, Pentecoste 2015. Don Guido Pasini

Sono in corso di progettazione gli adeguamenti liturgici di Maria SS. della Fontenuova di Monsummano Terme (PT), del Santuario di San Giuseppe Sposo di Bologna, della Chiesa della Santissima Trinità (Tenda della Parola) a Parma.
Credendo nel valore fondamentale di un necessario dialogo fra architetti e liturgisti e partendo dalla sua consolidata esperienza di progettista “testata sul campo”, Paolo Bedogni invita tutti i presenti ad esprimere il proprio punto di vista in un dibattito che vorrebbe stimolare un confronto aperto sul disegno degli spazi per la liturgia oggi. Bisogna infatti sottolineare che negli atti conciliari nulla è mai stato detto contro la tradizione, ma appare evidente che, senza distruggerla, la si deve modificare, sia per le disposizioni, sia per le forme che la nuova liturgia propone.

E così suggeriva anche il Maestro architetto Roberto Gabetti nel 1994 a Roma ad un seminario di studio dedicato all’adeguamenti degli spazi celebrativi: nell’approccio ad un adeguamento liturgico di un’architettura plurisecolare bisognerebbe “far sì che le modificazioni necessarie paiano quasi nate in quei singoli luoghi antichi come effetto di modificazioni positive, continue con la nostra tradizione: mai timide, perché così la nostra tradizione non le voleva, ma forti per i nuovi affermati valori dettati dalla nuova liturgia. Non saranno pochi simboli – buoi e aquile, crocette decorative, cortei di pecorine, volute neorinascimentali, ecc. – a rimettere in sesto le cose”.

Arch. Rita Conti / Studio Bedogni

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