“Fede tra Ferro e Fuoco” Testimonianze di devozione popolare: una mostra in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, propone un percorso museale incentrato su cinque scenari bellici di rilevanza storica in Italia che hanno coinvolto parte della popolazione mondiale: il Risorgimento, la Prima Guerra Mondiale, la Seconda Guerra Mondiale e le Guerre d’Africa.

La mostra di ex~voto “Fede tra Ferro e Fuoco” «Testimonianze di devozione popolare», esposta al primo piano di Casa Manzoni in Milano, a cura della Fondazione Per Grazie Ricevute (P.G.R.), porta la testimonianza di una fede popolare che, attraverso 99 opere, vuole raccontare la salvezza insperata. I dipinti, commissionati dai soldati che riuscirono a salvarsi e a tornare a casa, costituiscono il personale ringraziamento indirizzato alla Madonna e ai Santi di città e paesi sperduti.

Italia Settentrionale 1915 Olio su Lamiera cm. 55x44  “Guerra - Italo - Austriaca dalle battaglie fulminose del Carso 11 Novembre 1915 F.G.nni T.V.zo V.F.G.R.” Sette soldati ringraziano la Madonna e San Pancrazio, non si sa se siano fratelli, parenti o solo amici.  Le uniformi sono le grigio-verdi modello 1909 per le truppe a piedi. Due di loro portano le mostrine dei reparti mitraglieri“St. Etienne”, due quelle degli Alpini (come altresì indicato dai caratteristici cappelli introdotti nel 1910 posizionati in basso in segno di rispetto) e gli altri quelle della Fanteria. Sul lato destro, come in un brutto sogno, un’immagine cruenta della battaglia. I soldati Italiani cercano di fermare un attacco Austriaco con delle mitragliatrici (presumibilmente delle Fiat Ravelli mod.1914). In primo piano due militi della sanità militare prestano le prime cure ad un ferito accanto al quale giace un fucile Mannlicher-Carcano modello 1891, il famoso “Modello ’91” utilizzato dal Regio Esercito in entrambi i conflitti mondiali. Tutti i soldati hanno l’equipaggiamento standard della Fanteria ed indossano l’elmo mod. 1915 “Adrian” da poco distribuito alle truppe Italiane.
Italia Settentrionale 1915 Olio su Lamiera cm. 55×44  “Guerra – Italo – Austriaca dalle battaglie fulminose del Carso 11 Novembre 1915 F.G.nni T.V.zo V.F.G.R.” Sette soldati ringraziano la Madonna e San Pancrazio, non si sa se siano fratelli, parenti o solo amici. Le uniformi sono le grigio-verdi modello 1909 per le truppe a piedi. Due di loro portano le mostrine dei reparti mitraglieri“St. Etienne”, due quelle degli Alpini (come altresì indicato dai caratteristici cappelli introdotti nel 1910 posizionati in basso in segno di rispetto) e gli altri quelle della Fanteria. Sul lato destro, come in un brutto sogno, un’immagine cruenta della battaglia. I soldati Italiani cercano di fermare un attacco Austriaco con delle mitragliatrici (presumibilmente delle Fiat Ravelli mod.1914). In primo piano due militi della sanità militare prestano le prime cure ad un ferito accanto al quale giace un fucile Mannlicher-Carcano modello 1891, il famoso “Modello ’91” utilizzato dal Regio Esercito in entrambi i conflitti mondiali. Tutti i soldati hanno l’equipaggiamento standard della Fanteria ed indossano l’elmo mod. 1915 “Adrian” da poco distribuito alle truppe Italiane.

Una preghiera intensa, narrata sotto forma di racconto, dipinta e fissata nel tempo. Una visione ricca di emozioni che muove sentimenti nettamente contrari al mito della guerra. “Fede tra Ferro e Fuoco” è uno scenario vivo per non dimenticare le sofferenze vissute centinaia di anni fa. Visitare la mostra “Fede tra Ferro e Fuoco”, porta alla scoperta di come sono state sofferte e ricordate le esperienze del Risorgimento italiano, della Prima Guerra Mondiale, della Guerra di Spagna, della Seconda Guerra Mondiale e delle Guerre d’Africa. Dipinti semplici, che narrando la storia di uomini e donne, fungono da catalizzatori di memorie, lasciando il ricordo imperituro.

Alpini, Bersaglieri, Carabinieri, Fanti, Marinai e Soldati di ogni grado ed epoche storiche diverse, invocavano l’aiuto divino lasciando poi la traccia dei miracoli accaduti sulle tavolette votive pregne di dolore e devozione. La preghiera invocata e il miracolo concesso dal santo tanto implorato, diventano quindi affermazioni di fede profonda. Sono lunghi viaggi dipinti che vedono protagonisti soldati sopravvissuti agli scontri a fuoco, donne devote che pregano per la salvezza dei propri cari al fronte, incidenti aerei e battaglie navali. Tutte queste tracce di memoria, sottolineano il peso della guerra e rendono, oggi più che mai, vive le paure, il terrore e la disperazione dei pochi fortunati, sopravvissuti a quell’orrore. L’ultima sala della mostra è dedicata al Risorgimento.

Pittore contemporaneo anonimo - XXI sec. Tempera su cartoncino com. 15,6x21 “P.G.R. 1917 Poche informazioni sono date dall’artista in questa tavoletta. Si tratta di un soldato Italiano della Prima Guerra Mondiale, ferito, sorretto da una solerte infermiera della Croce Rossa.Oltre 8000 volontarie infermiere prestarono assistenza ai feriti durante la Prima Guerra Mondiale.
Pittore contemporaneo anonimo – XXI sec. Tempera su cartoncino com. 15,6×21 “P.G.R. 1917. Poche informazioni sono date dall’artista in questa tavoletta. Si tratta di un soldato Italiano della Prima Guerra Mondiale, ferito, sorretto da una solerte infermiera della Croce Rossa. Oltre 8000 volontarie infermiere prestarono assistenza ai feriti durante la Prima Guerra Mondiale.

La “Grazia Ricevuta” celebra il ritorno a casa del reduce dopo sanguinose battaglie, e racconta di sentimenti popolari durante questo capitolo fondamentale della storia italiana. Inoltre,è esposta una bacheca con i carteggi di Teresa Borri (vedova Stampa, seconda moglie di Alessandro Manzoni), scritti al figlio Stefano durante le 5 Giornate di Milano.

La mostra “Fede tra Ferro e Fuoco” «Testimonianze di devozione popolare», realizzata dalla Fondazione P.G.R., a cura di Roberta Riccio (curatrice) con la collaborazione di Maria Luisa Gambino, Veronica Proto e Alessandro Todeschini, è aperta dal 1 Marzo 2017 a 23 Febbraio 2018, al primo piano di Casa Manzoni, via Morone 1 Milano. Orari: dalle 11.00 alle 18.00. Chiuso lunedì, domenica e festivi. Ingresso Libero.

Opera di recente realizzazione (1943) Italia Centrale Acrilico su tavola cm 38,5 x 28,3 «P.G.R. 9 settembre 1943 LA NAVE (ROMA) AFFONDATA.  GOLFO-ASINARA I. SUPERSTITI. RINGRAZIANO. Con estrema precisione storica, la tavoletta data la fine della Corazzata Roma.* Altrettanta accuratezza purtroppo non si può constatare nel dipinto, ove la corazzata è rappresentata come un piroscafo civile.1352 Marinai della Roma persero la vita e 622 furono i superstiti, tra questi ultimi qualcuno fece dipingere questo ex~voto. * La corazzata Roma (Classe Littorio) fu consegnata alla Regia Marina il 14 giugno 1942. Non vide azioni di guerra e fece parte subito dopo l’armistizio (8 Settembre 1943) del convoglio di navi che presero il mare alla volta dell’Isola della Maddalena (come concordato dal Re e Badoglio con gli Alleati). La formazione di navi fu intercettata da bombardieri della Luftwaffe modello Dornier Do 217K, i quali, utilizzando bombe a razzo radioguidate Ruhrstahl SD 1400, colpirono ed affondarono la corazzata presso il Golfo dell’Asinara, ove, nel 2012, fu ritrovato il relitto a 1000 metri di profondità a 16 miglia dalla costa.  Fatto d’arme: affondamento da parte della Luftwaffe (Aviazione Germanica nella Seconda Guerra Mondiale) della corazzata della Regin Marina “Roma” il 9 settembre 1943.
Pittore contemporaneo anonimo XXI sec. Tempera magr su tavola cm.49,8×23 “Grazia chiesta e avuta 1918” Idrovolante Italiano della Prima Guerra Mondiale. Il disegno non corrisponde ad uno dei modelli noti di quel periodo. La nave sembra essere in fiamme a causa dell’esplosione di una mina navale, come accennato nel dipinto. Difficile dire se la nave è amica o nemica!

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