Le fotografie di Giovanni Chiaramonte commentano e corredano le riflessioni e le esortazioni espresse da Papa Franceso con i messaggi che ha diramato via Twitter nel mondo, durante i Suoi viaggi. Il Comune di Milano, in vista della visita del Papa il 25 marzo 2017, ha organizzato, di concerto con la Libreria Editrice Vaticana che ha pubblicato il volume “I messaggi del Papa su Twitter”, una mostra all’Urban Center, in Galleria Vittorio Emanuele II, dal 7 al 25 marzo 2017.
Papa Francesco @Pontifex_it
L’amore, per sua natura, è comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi. (7 Maggio)
La mostra espone un florilegio di twitter di Papa Francesco e fotografie di Giovanni Chiaramonte, tratte dai cinque volumi editi negli ultimi due anni. Le immagini riguardano Milano nei suoi luoghi più significativi e alcuni Paesi del mondo visitati dal Papa.
Milano, la città di mezzo nella pianura, è sempre stata un luogo di accoglienza e di lavoro per italiani e stranieri che vi hanno trovato l’occasione per sviluppare il loro talento e la loro creativa innovazione da Leonardo da Vinci a Sottsass, da Balzac a Verga, da Quasimodo a Montale.
Le immagini in mostra sviluppano una sequenza che parte da alcuni dei monumenti più rappresentativi di Milano per allargarsi ai luoghi e ai Paesi visitati dal Papa. L’omaggio alla dimensione planetaria di Papa Francesco diventa così testimonianza alla vocazione globale della città di Milano.
L’idea della mostra prende spunto da una serie di pubblicazioni della Libreria Editrice Vaticana che raccolgono i messaggi di Papa Francesco su Twitter. Si tratta di una dimostrazione tangibile di come il nuovo pontefice si muova con passione nel mondo della comunicazione digitale e dei social network, che stanno assumendo un ruolo sempre più importante nel nobile scopo dell’evangelizzazione.
Il 15 ottobre 2016 il sindaco Giuseppe Sala ha commentato: “La visita del Santo Padre è un grande onore per la città di Milano. Il suo insegnamento rappresenta un punto di riferimento spirituale per tutti i milanesi. Lo aspettiamo con grande felicità nella convinzione che il suo incontro sarà di grande e decisivo stimolo sulla strada della costruzione della nuova Milano nel segno della tolleranza e dell’equità”.
Dal “Sussidio di preparazione alla visita del Pontefice” della Diocesi ambrosiana, riportiamo alcuni passaggi per mettere in luce la relazione tra il significato della visita e la città di Milano:
Papa Francesco, il vescovo di Roma venuto “quasi dalla fine del mondo”, viene a visitare le terre ambrosiane. Si tratta di un grande dono, espressione dell’affetto che il Santo Padre nutre per la nostra gente. L’intenso itinerario che papa Francesco percorrerà il 25 marzo, dalle Case Bianche al carcere di San Vittore, dal Duomo di Milano al parco di Monza per la celebrazione della Santa Messa, fino all’incontro con i cresimandi e cresimati allo stadio di San Siro, è il segno più eloquente di una proposta che si rivolge alla libertà di tutti. … Questa visita pastorale avviene qui, nella terra di Ambrogio, nella diocesi che conta un numero molto alto di battezzati e una straordinaria strutturazione della vita della Chiesa locale. Numerosissime sono le parrocchie e molteplici sono gli enti che nella storia sono sorti per grazia, ingegno, creatività nell’ambito della carità, della cultura, dell’educazione. Milano è anche la città di Italia più esposta allo scenario europeo: per collocazione geografica, perché nella pianura e luogo di transito verso l’Oltralpe; per sensibilità, perché aperta all’incontro tra persone e comunità, allo scambio economico, all’accoglienza.
“Il territorio ambrosiano è incastonato al centro dell’Europa, una terra di mezzo in più di un senso. (…) La gente ambrosiana ha sempre respirato con due polmoni, quello locale – del campanile, del municipio, del cortile – e quello dell’Europa. La sua posizione di crocevia europeo ha connotato una storia e una temperie culturale in cui radicamento locale e vocazione internazionale sono sempre stati fortemente intrecciati. Si può anche dire che Milano non è stata una città cosmopolita nel senso di altre capitali europee ma, ben di più, una città da cui si viene adottati, si vedono esaltati i propri talenti e la propria capacità di contribuire allo sviluppo e ci si può sentire profondamente milanesi” (A. Scola, Milano e il futuro dell’Europa. Discorso di Sant’Ambrogio, 2016). Oggi questa creatività prende nuova forma. Sempre nel suo discorso alla città, l’arcivescovo ha tratteggiato un interessante quadro della realtà di Milano, offrendone uno spaccato variegato: Milano, insieme alle sue terre, è motore propulsore dell’economia, sede privilegiata di processi e azioni innovative, luogo di ricerca scientifica di alto livello con una presenza di studenti universitari che si aggira intorno ai 200.000 iscritti di cui più del 10% stranieri, centro metropolitano con un notevolissimo concentrato di start up in ambito imprenditoriale, meta riscoperta e apprezzata di flussi turistici molto consistenti (complice il rinnovamento avuto con EXPO) ma anche luogo con una forte percentuale di lombardi impegnati nel volontariato. Milano è dunque anche abitata da “gente solidale, che si mescola, si incontra e coopera”, espressione di un umanesimo cristiano che ha generato un tipico “cattolicesimo lombardo”, dalla storia plurisecolare e dalla vitalità ancora ben riconoscibile.
La realtà della metropoli è però provocata e anche sfidata da un nuovo contesto culturale e sociale che non sempre favorisce l’incontro di popoli e di culture in una convivenza capace di conciliare le differenze. Milano ha antiche radici cristiane ma non è “scontatamente” cristiana tanto che – sempre “nel suo discorso alla città – l’arcivescovo ha provocatoriamente posto l’interrogativo: “Milano senza cristianesimo?”. …
La Milano che si prepara ad accogliere papa Francesco è una città che sta vivendo sulla propria pelle quel cambiamento d’epoca (molto più potente di una semplice epoca di cambiamenti) di cui il Papa parla spesso. Milano e tutto il suo tessuto urbano (che copre e supera il territorio diocesano) fatica a vedere con lucida consapevolezza le dimensioni della trasformazione: è una città che per alcuni tratti può pensarsi ancora borgo comunale ma per altri sta già vivendo processi che la accomunano alle grandi metropoli europee; è una città che comincia a misurarsi con il rilievo simbolico delle grandi scelte che è chiamata a fare, come quella della Città Metropolitana. Tutta questa evoluzione ci colloca dentro una situazione di inquietudine e anche un po’ di disorientamento. Come l’arcivescovo ha più volte richiamato, Milano e le sue terre sono alla ricerca di una nuova anima, capace di fondere in unità i tanti significativi frammenti di vita buona che nell’area metropolitana si accompagnano a pesanti contraddizioni. La visita di papa Francesco diventa un dono prezioso, dentro questo processo di ricerca e di ricostruzione dell’anima della città. Ci dà infatti energie per superare la paura che genera atteggiamenti irrigiditi e forme di chiusura.
Chi è Giovanni Chiaramonte
Nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, Giovanni Chiaramonte comincia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla grande stagione astratta e informale di certe tendenze della Pop-Art e dell’Arte Concettuale. L’immagine di Chiaramonte si genera sin dall’inizio nella tradizione teologica ed estetica di H.U. von Balthasar e della Chiesa d’Oriente, incontrata in P. Evdokimov, O. Clément, A. Tarkovskij, e ha come tema principale il rapporto tra luogo e destino nella civiltà occidentale.
Tra le sue opere: Giardini e paesaggi, 1983; Terra del ritorno, 1989; Penisola delle figure, 1993; Westwards, 1996; Ai confini del mare, 1999; Milano. Cerchi della città di mezzo, 2000; In corso d’opera, 2000; Frammenti dalla Rocca. Cefalù, 2002; Dolce è la luce, 2003, Abitare il mondo. Europe, 2004; Berlin, Figure, 2004; Attraverso la pianura, 2005; Senza foce, 2005; Come un enigma_Venezia, 2006; Nascosto in prospettiva, 2007; In Berlin, 2009; L’altro_Nei volti nei luoghi, 2010-11; Via Fausta, 2011; E.I.A.E. – Et In Arcadia Ego, 2012; Interno perduto_L’immanenza del terremoto, 2012.
Tra le sue mostre personali: Diaframma, Milano 1974; Galleria d’Arte Moderna, Modena 1975; Studio Marconi, Milano 1983; Deutsches Architekturmuseum, Frankfurt/M. 1986; Biennale di Venezia 1992, 1993, 1997 e 2004; Hunter College, New York 1997; Ikona-Magazzini del Sale, Venezia 1998; Fondazione Stelline, Milano 2005; Palazzo Sarcinelli, Conegliano 2005; Bugno Art Gallery Venezia, 2006; Museo Civico, Padova 2007; Triennale di Milano 2000-2009-2011; Palazzo Costa Grimaldi, Acireale 2010, Palazzo Sertoli, Sondrio 2010; Palazzo Corbelli, Fano 2011.
Ha fondato e diretto collane di fotografia per Jaca Book 1980-89, Federico Motta Editore 1990-93, S.E.I. 1994-97, Edizioni della Meridiana 1998-2005, Ultreya 2005-2014.
Per la ventennale collaborazione con riviste (Lotus, Domus, Casabella, Abitare) e istituzioni nazionali e internazionali (IBA Berlino, Triennale Milano, Biennale Venezia, CCA Montréal) l’Università di Palermo gli conferisce la Laurea honoris causa in Architettura il 25 ottobre 2005. Nel 2006 il professor Italo Zannier gli assegna il Premio Friuli-Venezia Giulia per la Fotografia. Nel 2010 è presente all’Expo di Shangai con Nascosto in prospettiva.
Insegna Storia e Teoria della Fotografia allo IULM di Milano e alla Facoltà di Architettura di Palermo e al Master di “Forma” in Milano.
DIREZIONE DI COLLANE
Dopo aver fondato con Luigi Ghirri nel 1978 la cooperativa editoriale “Punto e Virgola”, dirige dal 1980 al 1989 la collana omonima per Jaca Book. Nel 1990 fonda le collane di fotografia di Federico Motta Editore, che dirige fino al 1993. Nel 1994 fonda e dirige le collane di fotografia della SEI di Torino. Nel 2002 da vita alla collana di fotografia delle Edizioni della Meridiana di Firenze e nel 2007 a quella di Itaca/Ultreya. Sino ad oggi sono stati pubblicati oltre 60 volumi.
LAUREA HONORIS CAUSA
Conferimento della Laurea honoris causa in Architettura da parte dell’Università di Palermo nell’ottobre 2005 per la ventennale collaborazione con riviste e istituzioni nazionali e internazionali.
PREMI
Premio Friuli-Venezia Giulia per la Fotografia 2006
Premio “Oscar della Fotografia”, Benevento 2007
Premio “Rodolfo Pucci – La Fibula d’Oro”, Castelnuovo Garfagnana 2009
Premio Ischia Fotografia d’Architettura, Ischia 2012
ATTIVITA’ DIDATTICA E ACCADEMICA
Dal 1984 al 1998 ha insegnato Storia della Fotografia e Drammaturgia dell’immagine rispettivamente alla Civica Scuola di Fotografia e alla Civica Scuola di Cinema e Televisione in Milano.
Dal 1991 al 2010 ha insegnato Storia e Teoria della Fotografia alla Facoltà di Architettura di Palermo Nel 1998 ha tenuto il corso Fotografare la città alla Facoltà di Architettura di Darmstadt.
Dal 2001 al 2004 ha insegnato Drammaturgia dell’Immagine alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo.
Dal 2001 al 2006 ha insegnato Storia e Teoria di Fotografia al Corso di Laurea Magistrale dello IULM di Milano
Nell’Anno Accademico 2005-2006 ha insegnato Storia e Teoria della Fotografia alla Facoltà di Lettere dell’Università di Parma.
Dal 2007 al 2013 insegna Storia e Teoria della Fotografia al Master di FORMA, Milano.
Dal 2007 insegna Storia e Teoria della Fotografia al Corso di Laurea Specialistica dello IULM di Milano.
Dal 2012 tiene il Laboratorio di Fotografia presso il Dipartimento di Architettura in Cesena dell’Università di Bologna.
Dal 2014 insegna Storia e Teoria della Fotografia al Master di NABA, Milano