di Fernando López Arias
Una delle più importanti e note realizzazioni dell’architettura sacra in America Latina nell’ultimo decennio è la chiesa di San Josemaría Escrivá a Città del Messico (2005-2008). È ubicata nel quartiere di Santa Fe, al sudovest del nucleo urbano, in cui si trovano gli uffici di diverse aziende e alcuni grattacieli.
Il territorio parrocchiale si estende su una vasta area metropolitana e vicino alla chiesa non si trovano edifici abitativi. Concepito come una sorta di “luogo di sosta” nel frenetico ritmo urbano, il volume è posto su un piccolo colle che si trova accanto a una via d’intenso traffico e vicino a un’importante autostrada. L’ubicazione e la sua audace forma l’hanno resa subito luogo di riferimento per tutto quel settore dell’immensa capitale messicana. La chiesa, vista da fuori, ricorda due grandi mani oranti poggiate una sull’altra, all’interno queste definiscono la navata principale.
Benché l’aspetto esterno, con le facciate ricoperte da “squame” in zinco, non permettano di dubitare della contemporaneità del disegno, l’assetto liturgico interno coniuga abilmente alcuni elementi tradizionali ― come il lungo asse processionale che va dall’ingresso alla pedana dell’altare ― con innovative soluzioni funzionali e rituali.
Così, per esempio, vediamo l’abbinamento formale di altare e tabernacolo (leggermente rialzato rispetto al piano del presbiterio), decorati ambedue con lamine d’argento accuratamente lavorate, e l’interessantissima disposizione dei confessionali in una sorte di falsa navata laterale, nella quale piccoli cavedi permettono di inondare di luce naturale gli spazi di penitenti e confessori.
Un altro elemento significativo dell’edificio è la cripta per le sepolture. Qui la creatività dell’architetto ha concepito pareti non ortogonali, sulle quali si dispongono le nicchie per le ceneri. Alcune di esse hanno una copertura in alabastro e sono illuminate dall’interno.
Il risultato finale è uno spazio un poco sorprendente, ma enormemente suggestivo per una luogo di sepoltura. In esso veramente “si respira” la speranza dell’attesa risurrezione finale.
Fernando López Arias
Istituto di Liturgia
Pontificia Università della Santa Croce
Chiesa parrocchiale di San Josemaría Escrivá, Colonia Lomas de Santa Fe, Città del Messico
Progetto Arch. Javier Sordo Madaleno
http://www.sordomadaleno.com/sma/projects-sm/san-jose-maria-escriva-church