Architettura per la liturgia: questo è il problema. Per quanto sia vero che si possano svolgere riti in diversi ambienti, quando un’architettura sorge per la liturgia, ovvero quando nasce una chiesa nuova, questa può essere concepita solo quale “vestito” per le azioni che vi si svolgono. Non vale la reciproca, ovvero intendere la liturgia come aspetto successivo, che si inserisce in uno spazio esistente. Di qui il fatto che la locuzione “arredo liturgico” a volte usata quando alcuni parlano di progettazione delle chiese nuove o degli adeguamenti delle chiese esistenti, è fuorviante. L’altare, l’ambone, il fonte battesimale, la sede del presidente e gli altri poli liturgici non sono arredi, sono propriamente la chiesa: i muri rivestono lo spazio definito da questi e sono chiamati a trasmetterne l’immagine all’esterno.

La Chiesa italiana dopo il Concilio si è prodigata nel fornire indicazioni orientative volte al fine di aiutare progettisti e committenti (cioè Parroci e Commissioni diocesane). Ma si tratta di indicazioni, non di linee guida precise come furono quelle vergate da Carlo Borromeo nelle sue Praescriptiones dopo il Concilio tridentino.

Né l’ambiente sociale, economico e culturale attuale è assimilabile a quello di cinque secoli fa. Di qui la necessità che il dialogo tra progettisti e committenti sia svolto con impegno e apertura, e sia basato su una cultura informata, capace di interpretare e modulare al meglio gli orientamenti in relazione alle specifiche condizioni date.

La cultura e la sensibilità necessarie possono fondarsi su molteplici fattori, a partire dalle conoscenze storico artistiche e storico architettoniche. Ma è bene che si dispieghino anche nel campo specifico di quel che l’architettura contemporanea ha offerto alla Chiesa.

Questo è lo scopo del “Manuale di progettazione dello spazio sacro” che in queste pagine presentiamo. Non con la pretesa di risolvere problemi, ma col desiderio di offrire esempi con cui misurarsi in modo critico, raffrontando proposte progettuali attuali con quanto la Chiesa italiana ha voluto indicare nelle sue due Note pastorali attinenti alla progettazione delle nuove chiese e all’adeguamento delle chiese esistenti.

MANUALE DI ARCHITETTURA SACRA

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