Dal 9 al 13 novembre si è svolto nella città toscana il quinto Convegno nazionale della Chiesa italiana sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Ne diamo qui un breve resoconto tramite alcune immagini.
Non senza evidenziare anzitutto che l’umanesimo cristiano fu proprio qui a Firenze all’origine del Rinascimento. Infatti il seguito di concilii apertosi a Costanza nel 1414 per porre fine allo scisma d’occidente, trovò proprio a Firenze la sua conclusione: con l’incontro con le delegazioni orientali che portò, seppure per un breve momento, alla riconciliazione con la Chiesa ortodossa russa, e soprattutto al radicarsi del recupero della grande tradizione culturale greca. Cosimo de’ Medici il vecchio finanziò ricerche e traduzioni delle opere filosofiche greche e personaggi come il camaldolese Ambrogio Traversari e Marislio Ficino ebbero grande importanza nell’alimentare cenacoli dai quali prese nuova vita quella corrente umanistica, la quale già era stata alimentata dalle opere della tradizione agostiniana che avevano trovato in Dante Alighieri il loro cantore e, ancor prima di lui in s. Francesco il loro più grande interprete.
Al Convegno di Firenze il “LA” è venuto dall’intervento di papa Francesco, che ha annunziato una Chiesa “in uscita”: dedicata alla missione in cui l’evangelizzazione avviene attraverso l’ascolto e la condivisione.
Il convegno si è articolato secondo cinque “vie”: Uscire, Annunciare, Abitare, Educare, Trasfigurare. Una successione logica in cui si ravvisa l’auspicio che possa manifestarsi, ancor oggi, un nuovo Rinascimento.
I testi e i documenti del Convegno di Firenze sono tutti consultabili online nel sito http://www.firenze2015.it/
La cupola fu completata da Brunelleschi nel 1436 e divenne il simbolo del Concilio di Firenze del 1439. Fu affrescata a cura del Vasari e dello Zuccari, con la consulenza liturgica di Don Vincenzo Borghini, a partire dal 1572. A tale opera ha fatto riferimento papa Francesco nel suo disorso: “Nella cupola di questa bellissima Cattedrale è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c’è Gesù, nostra luce. L’iscrizione che si legge all’apice dell’affresco è “Ecce Homo”. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto, mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra mostrando i segni della passione, perché Lui ha “ha dato sé stesso in riscatto per tutti” (1 Tm 2,6).
“Umiltà, disinteresse, beatitudine” ha raccomandato Francesco, insistendo sulla “capacità di dialogo e di incontro. Dialogare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria fetta della torta comune. Non è questo che intendo. Ma è cercare il bene comune per tutti. Discutere insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti. Molte volte l‘incontro si trova coinvolto nel conflitto. Nel dialogo si dà il conflitto: è logico e prevedibile che sia così. E non dobbiamo temerlo né ignorarlo ma accettarlo”.
(Le foto sono di L. Servadio)