Scintille di bellezza per un volto umano delle città è stato il tema che ha imperniato la XXI Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie svoltasi nella sala Vasari del Palazzo della Cancelleria a Roma. I lavori sono stati aperti dal card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di Coordinamento tra Accademie Pontificie. Il messaggio inviato da papa Francesco, letto dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ha ricordato che spesso bastano piccoli interventi per rendere migliore l’ambiente urbano, e quale sia la responsabilità delle parrocchie, vocate a portare bellezza nelle periferie.
Con un evidente richiamo alla pratica individuata come “agopuntura urbana”, dopo aver citato il discorso rivolto agli artisti da Benedetto XVI nel novembre 2009, papa Francesco ha detto: “Un secondo riferimento ci rimanda all’attualità, ai progetti di riqualificazione e di rinascita delle periferie delle metropoli, delle grandi città, elaborati da tanti qualificati architetti, che propongono, appunto, ‘scintille’ di bellezza, cioè piccoli interventi a carattere urbanistico, architettonico e artistico attraverso cui ricreare, anche nei contesti più degradati e imbruttiti, un senso di bellezza, di dignità, di decoro umano prima che urbano. Si fa, dunque, strada la convinzione che anche nelle periferie ci siano tracce di bellezza, di umanità vera, che bisogna saper cogliere e valorizzare al massimo, che vanno sostenute e incoraggiate, sviluppate e diffuse…. Per questo, ad esempio, è necessario che gli edifici sacri, a cominciare dalle nuove chiese parrocchiali, soprattutto quelle collocate in contesti periferici e degradati, si propongano, pur nella loro semplicità ed essenzialità, come oasi di bellezza, di pace, di accoglienza, favorendo davvero l’incontro con Dio e la comunione con i fratelli e le sorelle, diventando così anche punto di riferimento per la crescita integrale di tutti gli abitanti, per uno sviluppo armonico e solidale delle comunità”.
Il tema dei piccoli interventi che scovino nel tessuto urbano esistente occasioni per renderlo più vivibile, più pregno di bellezza, è stato diffuso negli anni passati grazie all’impegno di Jaime Lerner, urbanista che fu presidente dell’Unione internazionale degli architetti dal 2002 e in precedenza era stato più volte sindaco della sua città natale, Curitiba in Brasile. L’idea è stata ripresa e rielaborata in diversi contesti, per esempio nel 2010 dall’architetto finlandese Marco Casagrande con un intervento volto a fare di un’enclave degradata in Taipei, un luogo ove riscoprire la bellezza. Più recentemente in Italia Renzo Piano si è impegnato nel promuovere ogni anno un intervento di studio in diverse periferie per scoprire come ambienti abbandonati, non curati, degradati, se guardati con gli occhi di chi progetta e non di chi critica, divengano occasioni per attivare le energie e la buona volontà delle persone, per migliorare gli spazi e renderli al pubblico godimento.
Nell’enciclica “Laudato si’” del maggio 2015 papa Francesco ha elaborato con profondità il tema, riferendosi anche alle favelas brasiliane.
Come predisporre vasi di fiori sui davanzali reca allegria alla casa, e allo stesso tempo alla città, così anche ritrovare nella chiesa la manifestazione della cura per un edificio che è di tutti, diviene momento per far rivivere luoghi urbani che parrebbero abbandonati. Si tratta di sollecitare le persone a farsi carico della qualità estetica dei luoghi in cui vivono, che frequentano, che amano.
Al riguardo va notato che spesso, quando si parla di chiese contemporanee, ovvero di chiese nuove costruite nelle periferie, si usano termini duri e critici: le architetture contemporanee non paiono all’altezza del messaggio cristiano che dovrebbero esprimere, né tanto meno del portato estetico associato alle chiese storiche.
Il principio dell’agopuntura urbana insegna che, invece di limitarsi a protestare, il buon cittadino, e tanto più il buon cristiano, forse potrebbe impegnarsi a migliorare l’esistente. Le chiese storiche tanto amate sono in molti casi il risultato di secoli di continui cambiamenti, sovrapposizioni, aggiunte, piccoli cambiamenti che nel loro complesso costituiscono quel che vediamo come testimonianza di splendore.
Ecco che anche oggi siamo tutti chiamati a rendere più belli gli ambienti urbani, e soprattutto le chiese che vi albergano. Il principio dell’agopuntura urbana non consiste nel buttare giù e rifare ex novo quel che appare degradato, bensì nello scovare le potenzialità esistenti in tutto quanto esiste. Chissà che un giorno, un incontro sul tema “Scintille di bellezza, per un volto umano delle città” non si possa svolgere non in uno splendido Palazzo centrale, quale quello della Cancelleria, ma in un luogo di periferia.
Il testo completo del messaggi di papa Francesco:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/12/06/0881/01948.html

Letture:
http://www.domusweb.it/it/architettura/2013/02/08/un-manifesto-per-il-recupero-urbano.html
In foto:
Artéria, Edificio-Manifesto, schizzo, quartiere di Mouraria, Lisbona, Portogallo, 2012. Illustrazione di Nuno Saraiva