L’ex carcere di Ferrara diventerà la sede del Museo Nazionale dell�Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) e sarà il primo edificio storico registrato con il protocollo GBC Historic Building.

Interamente finanziata dal Ministero dei beni e delle attività culturali, la futura sede del MEIS verrà realizzata dalla trasformazione e parziale recupero delle ex carceri di Ferrara, costruite nel 1912 e dismesse nel 1992. Proprio per l’edificio più significativo dell’intero complesso è previsto il percorso di certificazione GBC Historic Building: si tratta del corpo di fabbrica di detenzione che si protende verso le mura, caratterizzato dalla tipica struttura a ballatoio, nel quale troveranno spazio una nuova area espositiva, i laboratori didattici e la biblioteca del Museo.

Il cantiere dell’edificio destinato a divenire museo.
Il cantiere dell’edificio destinato a divenire museo.

Il complesso museale, situato a ridosso delle mura sud della città, sarà formato da quattro corpi di fabbrica, due dei quali di nuova costruzione, che si alternano con quelli recuperati costituendo un Museo dalle forme architettoniche innovative e nello stesso tempo rispettose della tradizione edilizia locale.

“Il protocollo GBC Historic Building coniuga la grande esperienza italiana del restauro e della conservazione dei beni architettonici con la cultura internazionale della sostenibilità e rappresenta un’eccellenza mondiale – afferma Gianni Silvestrini, presidente di GBC Italia – Siamo orgogliosi che una committenza così importante come il MiBACT scelga questo protocollo per il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Un ottimo inizio che speriamo possa fungere da esempio a livello internazionale per la diffusione di una cultura del restauro sostenibile.”

“Aderire al protocollo e certificare la qualità di restauro sostenibile al MEIS è un obiettivo ambizioso ed importante oltre che per il cantiere, anche per la futura gestione del Museo. Speriamo di rappresentare una buona pratica da seguire nella progettazione del restauro e recupero del grande patrimonio monumentale italiano, anche perché le logiche seguite nell’appalto (con formula dell’offerta economicamente più vantaggiosa) e nelle richieste di caratteristiche di sostenibilità del cantiere, sono perfettamente allineate con le richieste del nuovo codice degli appalti e dei criteri ambientali minimi per l’edilizia, recentemente entrate in vigore” dice Carla Di Francesco del MiBACT e RUP del progetto.

Tiziano Tagliani, Sindaco di Ferrara e Presidente della Provincia di Ferrara, evidenzia “la sfida posta dalla ricostruzione post sisma 2012 non è stata solo quella di rispristinare il ‘come prima’ ma piuttosto quando possibile meglio. Per questo anche in una delle più importanti realizzazioni a Ferrara per i prossimi anni. quella del MEIS abbiamo apprezzato particolarmente che la committenza abbia accettato di misurarsi con la qualità complessiva dell’opera e una scelta giusta che guarda al futuro della città.”

“Un caso di fruttuosa collaborazione tra pubblico e terzo settore, un bell’esempio di green economy che incrocia la vocazione italiana alla qualità con la cultura, la storia, l’innovazione e la qualità della vita”. Così commenta Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

“Il Museo coniuga inclusione sociale e sostenibilità come aspetti inscindibili – sostiene Dario Disegni, presidente della Fondazione MEIS – sottolineando l’importanza della trasformazione di un carcere, luogo di esclusione e segregazione, divenuto poi, dopo il suo abbandono, edificio fatiscente, in un grande Museo che, muovendo dalla riflessione su 22 secoli di storia della Comunità ebraica in Italia, si caratterizzerà come centro di cultura, di ricerca, di aggregazione sociale e di confronto tra civiltà diverse, rappresenta indubbiamente una realizzazione di straordinario significato e valore”.

“L’Esperienza applicativa del protocollo GBC Historic Building, che stiamo realizzando in ATI, qualificherà l’edificio a standard internazionali e valorizzerà le migliori pratiche nazionali in tema di riqualificazione e restauro” dichiara Mauro Irti di COAF srl, società associata a GBC Italia e mandante dell’ATI che vede capogruppo Edilfrair SpA.

“GBC Historic Building, il protocollo per la riqualificazione degli edifici storici è no strumento innovativo – riferisce infine Marco Mari, consigliere di GBC Italia – che trova fondamento nel confronto, nell’unione e nella valorizzazione di due diverse culture: i criteri dello standard LEED,  il rating system per la valutazione del livello di sostenibilità ambientale degli edifici più diffuso al mondo, e il vasto patrimonio di conoscenze proprie del mondo del restauro, rispetto al quale l’Italia ricopre ruoli di eccellenza nel panorama internazionale. GBC Historic Building infatti ha assunto come base di partenza la famiglia di protocolli LEED, con l’aggiunta di una specifica area tematica, denominata Valenza Storica, che si affianca alle aree già esistenti della famiglia LEED”.

 

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