Celebrato ed esaltato dall’opera di Eduard Habicher che ne segna la sepoltura, evidenziandone l’eroismo cristiano a fronte della brutalità del regime genocida nazista.

Josef Mayr-Nusser col figlio Albert, nel 1943.

Josef Mayr-Nusser (Bolzano27 dicembre 1910 – Erlangen24 febbraio 1945) è venerato come beato dalla Chiesa. Nato in una famiglia di contadini dell’Alto Adige, nel 1934 divenne dirigente dell’Azione Cattolica nella parte altoatesina dell’arcidiocesid di Trento, aderì al movimento antinazista “Andreas Hofer Bund” e dopo essere stato forzatamente arruolato nelle SS, il 7 settembre 1944, si rifiutò di giurare fedeltà a Hitler. Per conseguenza fu condannato, imprigionato e caricato su un carro bestiame per essere trasportato al campo di concentramento di Dachau. Morì durante il viaggio, il 24 febbraio 1945 presso Erlangen: per le percosse, la fame e la sete.

Il Duomo di Bolzano, vista esterna e interna (da Wikipedia)

Resta come esempio di martire della fede, e di persona integra che non cede ai soprusi del potere e di fronte alla dittatura, senza remore innalza il vessillo della liberà di coscienza. È stato dichiarato beato l’8 luglio 2016 e la sua salma è stata traslata nel Duomo di Bolzano. Ha scritto don Josef Innerhofer, postulatore della causa di beatificazione: «Ciò che caratterizza Josef Mayr-Nusser non sono tanto le grandi gesta, le parole, e neanche le grandi rinunce ma è vivere l’essere cristiano nella quotidianità, in modo coerente e semplice ».

 

 

 

 

 

La sua tomba è stata completata dall’opera dell’artista altoatesino Eduard Habicher. Il materiale usato per creare il luogo di commemorazione del beato Josef Mayr-Nusser all’ interno della cattedrale di Bolzano è costituito da putrelle sagomate e da lastre di acciaio Corten. Le putrelle, verniciate in rosso, sono di larghezze diverse, da 80, 60 e 50 mm; sono proporzionate a secondo della loro posizione nel contesto del trittico. Questo è costituito dal vano di un portale non più utilizzato, della mensa dell’altare che funge da custodia per i resti di Mayr-Nusser e, come terzo elemento, da una nicchia preesistente nel muro del transetto, sulla destra del sepolcro. Pure i candelabri che completano l’insieme sono creati utilizzando acciaio Corten e putrelle.

L’altare e sepolcro del Beato. Sulla sinistra si nota la scritta incisa sulla lastra di acciaio Corten.

Nella nicchia del “portale dei preti” su una grossa lastra dalla superficie arrugginita, come su una lavagna grezza ha trovato spazio, oltre a un ritratto del beato, un breve testo informativo in quattro lingue: tedesco, italiano, ladino e inglese.

L’ importanza della nicchia viene sottolineata dalla putrella rossa che in alto forma un baldacchino virtuale: un elemento di abbraccio, di protezione.

Nella parte mediana dell’opera, intesa come altare-sepolcro, è collocata l’urna; questa si presenta alla vista attraverso l’apertura cruciforme sul lato frontale e attraverso il piano del tavolo, pure questo in vetro.

La nicchia invece, insieme a due lamiere color ruggine e con un nastro rosso, richiama un libro aperto; protetti da una lastra di vetro, ospita oggetti personali di Josef.

Le superfici rugginose dell’acciaio Corten, insieme alle putrelle, forti e inflessibili, richiamano, sia lo stile di vita coraggioso, lineare ed eticamente retto di Josef Mayr-Nusser, sia la sua fine nel vagone bestiame, mentre veniva trasportato dai nazisti verso il campo di concentramento di Dachau. Il pezzo di filo spinato nella finestrella cruciforme sottolinea la brutalità del regime, che con irrazionale violenza schiacciava la dignità umana e la libertà di pensiero.

In questo lavoro il colore rosso sta per il coraggio della persona che osava andare contro corrente, staccandosi dalla massa accondiscendente; un esempio di etica che sì staglia con splendido chiarore sul grande numero di coloro che sono abituati ad adattarsi, ad arrangiarsi, a prescindere dalle conseguenze della loro connivenza con le tendenze nefaste prevalenti.

Lo scultore Eduard Habicher è nato a Malles (BZ) nel 1956. Attualmente vive e lavora a Merano, dedicandosi in particolare a lavori per spazi pubblici, per i quali predilige i materiali forti quali l’acciaio e i colori decisi, capaci di affermazioni nette.

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