di Leonardo Servadio

«Un impero sul quale non tramonta mai il sole, come quello di Carlo V»: così Fedele Confalonieri, Presidente della Fabbrica del Duomo di Milano, ha presentato il gruppo Mapei, fornitore di tecnologie per l’edilizia e il restauro. L’occasione è la firma dell’atto di “adozione” di una guglia della cattedrale milanese da parte di Mapei, avvenuto presso la sede della Fabbrica del Duomo il 15 maggio 2018. «È prima che una questione economica, una questione affettiva – ha spiegato Giorgio Squinzi, amministratore unico di Mapei – e di valore simbolico. Il Duomo, con la Scala, costituisce il più rilevante simbolo della città di Milano, città in cui siamo radicati e di cui andiamo orgogliosi».

Vista dall’alto di una guglia del Duomo milanese.

La partnership tra Mapei e la Fabbrica del Duomo, ha specificato l’Ing. Francesco Canali, Direttore dei lavori della Fabbrica, non si limita al finanziamento: «Insieme anche col Politecnico di Milano sussiste una collaborazione sul piano tecnologico per lo sviluppo delle soluzioni più adatte alla conservazione delle superfici. Il marmo di Candoglia, si dice in termini tecnici “cuoce” per effetto delle interazioni meteoriche e questo porta a un inevitabile ammaloramento nel tempo. Il trattamento delle superfici è necessario per prolungare la vita dei marmi».

Come ha spiegato Pasquale Zaffaroni, responsabile dei prodotti per l’edilizia e il restauro di Mapei: «Pur mantenendo la porosità del marmo, operando con i silani riusciamo a evitare l’infiltrazione di acqua. In questo modo si migliora la durata delle superfici lapidee, malgrado l’aggressività degli inquinanti presenti nell’aria».

Il Duomo di Milano con le sue 135 guglie.

Uno sguardo sulla profondità storica del sistema di “adozione delle guglie” è stato dato da Mons. Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo milanese: «Quel che oggi si chiama Consiglio di Amministrazione della Fabbrica del Duomo, un tempo era il Consiglio della grandi famiglie della città: tutte assieme si occupavano di seguire e supportare la sua costruzione e la sua conservazione. Vi sono stati periodi in cui la Fabbrica è arrivata ad avere oltre novemila lavoratori: bisognava anzitutto sceglierli, e poi anche sostenerli». Con una battuta, Mons. Borgonovo ha posto in rilievo come l’erezione e la conservazione del Duomo siano sempre stati opere cui tutta la città ha partecipato: «fossero state lasciate solo al clero, difficilmente avrebbero avuto tanto successo…». Nel Duomo la città riconosce la propria identità: la propria casa. E ciascuno vi contribuisce, con donazioni commisurate alle proprie forze. L’iniziativa “adotta una guglia” ha ricordato Fedele Confalonieri, partì nel 2011 e da allora ha permesso di raccogliere circa 7 milioni di euro: non solo con grandi contributi, oltre 700 mila euro derivano da piccole donazioni. Non solo i notabili, chiunque si senta cittadino desidera partecipare.

La guglia adottata dalla Mapei raffigura un giovane che guarda verso nord est: «Un volto pieno di speranza – ha commentato Adriana Spazzoli, responsabile comunicazione di Mapei – che guarda avanti verso un vasto orizzonte. Anche questo è inteso come valore simbolico, per una città protesa verso il futuro, ben rappresentata da una delle sue aziende oggi più significative».

La Mapei infatti è presente in tutto il mondo con 82 consociate e 79 stabilimenti e su circa 15 mila addetti, ottocento si dedicano alla ricerca e sviluppo, e di questi la metà opera a Milano.

La guglia adottata si trova in prossimità della terrazza centrale del Duomo. Raffigura un santo con sembianze giovanili, l’opera è ascrivibile alla metà del ‘900, probabile riproduzione di una statua ottocentesca.

Il Duomo milanese ha 135 guglie e ciascuna di esse regge diverse statue. In totale le statue del Duomo sono 3400. Il complesso delle guglie è delicato e richiede continua attenzione: moldure, statue, ornamentazioni vanno continuamente ripuliti e spesso sostituiti in tutto o in parte. Per questo la Fabbrica del Duomo, coi suoi 185 dipendenti, è un cantiere sempre aperto.

E non solo per la conservazione della struttura, ma anche per le numerose attività culturali che sostiene: concerti, conferenze, esposizioni.

Il Duomo rappresenta la principale meta turistica della città: è visitato dall’ottanta percento dei turisti che vi giungono (2,2 milioni all’anno). La sua presenza incide per 82 miliardi sul valore del “brand” della città, valutato in 400 miliardi annui.

Aride cifre. Ma eloquenti: la religione pur in quest’epoca che pare volgersi altrove, è ancora al centro della società: anche quando tacciono gli uomini, parlano le pietre…

Cantieri del Duomo di Milano, spostamento di elementi in marmo. Tutte le foto sono courtesy Fabbrica del Duomo.

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