Nella storia dell’ architettura delle chiese, il coro è posto spesso nella zona absidale, in prossimità del presbiterio. La tradizione delle chiese monastiche vede il coro disposto sui due lati dell’area presbiterale e tutti i monaci partecipano all’azione col canto. Anche in molte grandi basiliche storiche il coro è disposto ai lati della pedana presbiterale.
In altre chiese storiche invece il coro si dispone in alto sulla controfacciata, al di sopra del portone principale, dove con frequenza si trova l’organo – una posizione che oggi non è ritenuta raccomandabile (v. sotto).
Oggi per il coro si prevede una posizione a “cerniera” tra pedana dell’altare e assemblea che consenta il contatto visivo diretto con l’altare e con l’assemblea e che del pari consenta alla sua voce di diffondersi per tutto lo sviluppo dell’aula ecclesiale, così da giungere bene all’udito dei fedeli, ovunque essi si trovino, senza l’uso di diffusori di suono.
In questo modo il coro svolge la funzione di guida per l’assemblea, che può facilmente unirsi al suo canto.
In molte chiese, sia storiche, sia contemporanee, non v’è un luogo dedicato appositamente al coro; infatti esso può comunque disporsi in prossimità della pedana dell’altare.
V’è poi il caso particolare della Sagrada Famila di Barcellona, dove Antoni Gaudí ha predisposto una balconata che corre lungo tutto il perimetro dello spazio interno, sulla quale immaginava che si collocasse un coro composto da centinaia di persone la cui voce non solo avrebbe aleggiato nel grande volume del tempio, ma si sarebbe diffusa anche all’esterno, attraverso le molteplici aperture, in tutta l’area urbana circostante.
Riportiamo le parti dedicate al coro contenute nelle due Note pastorali della Conferenza Episcopale Italiana pubblicate nel 1993 e nel 1996., e a seguire alcui esempi di chiese recenti, che servano come stimolo per la riflessione sull’argomento.
Da: La progettazione di nuove chiese
(Nota pastorale, Conferenza Episcopale Italiana Commisione Episcopale per la Liturgia, 1993)
15. Il posto del coro e dell’organo
“Il coro fa parte dell’assemblea e deve essere collocato nell’aula dei fedeli; deve comunque trovarsi in posizione e con arredo tali da permettere ai suoi membri l’adempimento del compito proprio, la partecipazione alle azioni liturgiche e la guida del canto dell’assemblea.
Per ragioni foniche e funzionali, la collocazione dell’organo a canne sia studiata e
progettata attentamente fin dall’inizio, tenendo conto del suo naturale collegamento con il coro e con l’assemblea.”
Da: L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica
(Nota pastorale, Conferenza Episcopale Italiana Commissione Episcople per la Liturgia, 1996)
21. Il posto del coro e dell’organo
“Il coro è parte integrante dell’assemblea e deve essere collocato nell’aula, tra il presbiterio e l’assemblea; in ogni caso la posizione del coro deve essere tale da consentire ai suoi membri di partecipare alle azioni liturgiche e di guidare il canto dell’assemblea[1]. È bene prevedere anche un luogo specifico per l’animatore del canto dell’assemblea.
Per un miglior rispetto dei ruoli celebrativi, è bene che il coro non si collochi alle spalle del celebrante presidente, né sui gradini dell’altare antico.
Nelle chiese in cui esiste una “cantoria” di interesse storico e artistico, collocata in controfacciata o sul lati del presbiterio, essa va conservata e restaurata con la massima cura, anche se di norma non risulta idonea al servizio del coro.
Gli organi monumentali di interesse storico, specialmente quelli a trasmissione meccanica, vanno conservati, restaurati con ogni cura e utilizzati con competenza a servizio delle celebrazioni liturgiche.
Il problema della distanza dell’organista dal coro e dal direttore può essere risolto facendo ricorso ad opportuni accorgimenti tecnici, quali ad esempio un sistema di specchi, una telecamera a circuito chiuso, ecc.
Laddove risulti utile, si può ricorrere a un secondo organo di minori dimensioni, collocato in posizione utile al coro e all’assemblea, non in sostituzione ma ad integrazione dell’organo monumentale.
Nella scelta di nuovi organi a canne, laddove è possibile, si preferiscano gli strumenti a trasmissione meccanica. Anche in questo caso, il criterio determinante per la collocazione è quello del servizio al canto liturgico dell’assemblea e del coro.
Gli stalli del coro
I cori lignei esistenti, specialmente nelle chiese collegiate e monastiche, siano conservati e utilizzati convenientemente. I cori lignei di rilevante valore siano restaurati e usati in conformità con la loro destinazione e compatibilmente con il loro stato di conservazione.
[1] Cfr. MESSALE ROMANO, Principi e norme, n. 274-275; vedi anche CEI, Commissione episcopale per la liturgia, Nota pastorale, La progettazione di nuove chiese, Roma 18 febbraio 1993, n. 15.
ESEMPI:
Il Monastero di Novy Dvur
Progetto di John Pawson. Pareti bianche immacolate, un’abside che accoglie la musica nel silenzio. Gli stalli al lato dell’ambone. Tutto l’ambiente è pensato per vibrare della voce che si fa preghiera.
Duomo di Milano
Sistemazione dell’area presbiterale. La cattedra è accanto al pilastro a destra dell’altare. Il coro segue l’andamento della curva dell’abside.
Tempio espiatorio della Sagrada Familia, Barcellona
Il progetto di Gaudí è ancora in corso di attuazione, ma la chies è stata inaugurata da Sua Santità Benedetto XVI. Lo stile modernista si propone come superamento del gotico e il coro abbraccia tutta la chiesa.
Cattedrale di Los Angeles
Progettata da Rafael Moneo, è dotata di un’ampia e luminosa pedana presbiterale, accanto alla quale è disposto anche il coro.
Chiesa di San Giovanni a Legnano
Progettata da Richino Castiglioni e completata nel 1970, la chiesa di San Giovanni ha un’architettura dotata di grande dinamismo. All’interno la pluralità di setti scandisce lo spazio come poteva avvenire con i colonnati delle basiliche antiche, e contribuisce a migliorare l’acustica.
Chiesa del Santo Volto a Torino
Progettata da Mario Botta e a pianta centrale, la chiesa è dotata di un volume molto elevato in altezza.
Chiesa di Kuokkala in Finlandia
Progettata dallo studio OOPEAA di Lassila Hirvilammi, il suo interno è caratterizzato non solo dai rivestimenti lignei e del lucernario a nastro sommitale, ma anche dalla disposizione di una griglia di listelli incrociati ad arco che definiscono e articolano lo spazio dell’aula: una soluzione di rilevanza per la resa acustica dell’insieme.
Chiesa di Kranvik in Norvegia
Pogettata da Reiulf Ramstat Architekter, è anch’essa caratterizzata da un interno totalmente rivestito in legno.